Leader nel settore delle calzature per alpinismo e trekking, SCARPA è un pioniere nel rispetto per l’ambiente, tra prodotti bio e riciclo.
Con il sogno di dare “la possibilità di vivere l’ambiente sapendo che la scarpa, il punto estremo di connessione tra essere umano e pianeta Terra, farà sempre il proprio dovere e permetterà una vera e propria simbiosi con gli elementi – roccia, neve, ghiaccio, terra”, un’azienda del Trevigiano porta avanti da decenni una produzione d’eccellenza nel settore calzaturiero, accompagnando ogni giorno decine e decine di alpinisti, climber, sciatori professionisti e appassionati.
Complice la sua posizione ad un passo dalle Prealpi bellunesi, SCARPA – così si chiama la ditta, dall’acronimo di Società Calzaturieri Asolani Riuniti Pedemontana Anonima – non misura la qualità dei suoi prodotti in termini di mode o stili, e nemmeno solo in quelli della tecnologia, quanto piuttosto nel livello di rispetto che essi portano con sè. Verso chi li indossa, verso chi li produce, e sopratutto, verso quella montagna tanto amata, e la natura tutta. Vera e propria antesignana nell’impegno green, ha così sviluppato calzature interamente biodegradabili e con materiali di recupero, ed ha raggiunto l’autosufficienza energetica.
Dalle origini in Veneto all’internazionalizzazione: la storia dell’azienda
La storia di SCARPA ha avuto inizio nel 1938, in un piccolo comune della provincia di Treviso, Asolo, nominato tra i Borghi più belli d’Italia e decantato da Carducci in persona come “la città dei 100 orizzonti”. E’ stato proprio guardando quei panorami, affacciati sulle Prealpi, che è scaturito il desiderio di raggiungere sempre nuove ed inesplorate vette, e soprattutto, di accompagnare tutti coloro che avessero voluto spingersi su altrettante cime, fornendo un appoggio sicuro e di massima qualità.
L’azienda è così diventata capofila nella produzione di calzature outdoor per alpinismo, arrampicata, trail running, trekking, hiking, urban outdoor, sci alpinismo e telemark. Guidata, come da più di 60 anni a questa parte, dalla famiglia Parisotto, propone scarponi, scarpette da arrampicata, scarpe da escursionismo e da corsa in montagna sviluppati con le tecnologie più avanzate, per garantire standard di sicurezza, resistenza e performance elevatissimi. E non mancano anche le linee per i più piccoli e quelle “Urban”, per declinare la comodità e le qualità del marchio anche a contesti cittadini.
Vero e proprio leader del settore, SCARPA negli anni si è espansa, e oltre alla sede principale nel comune veneto, ha aperto stabilimenti anche in Romania, Serbia, Germania – che coprono il 90% della produzione, la quale rimane quindi prettamente europea – USA e Cina. Ciò non significa che abbia spesso di portare avanti il Made in Italy: la maggior parte della merce e del valore (60%) viene sempre realizzata nel Bel Paese, il che garantisce livelli alti di controllo e rifinitura. E parlando di valore generato, dal punto di vista economico l’azienda è in continua crescita e ha chiuso il 2022 con 169 milioni di euro di fatturato, secondo i dati riportati da TrevisoToday. Il suo impatto più grande, tuttavia, riguarda un altro ambito: quello della sostenibilità.
Rispetto, etica e cura: l’impegno di SCARPA nella sostenibilità
Per chi ama la montagna, il rispetto dell’ambiente circostante è sacrosanto: ne deriva che un marchio nato per rispondere alle esigenze di alpinisti ed escursionisti faccia della sostenibilità ambientale uno dei suoi punti cardine. Per SCARPA è proprio così: grazie ad un Green Lab interno, attivo già dal 1995, l’azienda si è fatta antesignana di una visione dell’industria che cerca di ridurre il più possibile il suo impatto, in termini di fonti energetiche utilizzate come anche di materiali impiegati, che si occupa dell’intero ciclo di vita dei suoi prodotti, introducendo pratiche di riciclo e riuso, e che propone soluzioni innovative e tecnologie all’avanguardia, guidata dal rispetto verso natura e persone.
Così, la ditta del Trevigiano ha completato il processo di autonomia energetica, e ad oggi, come si legge sul sito, conta solamente sugli impianti fotovoltaici installati nelle fabbriche di proprietà, i quali producono energia pulita per un totale di 400.000 KWh all’anno, permettendo così di risparmiare quasi 320 tonnellate di CO2. In ogni reparto, poi, è stato individuato un Green Ambassador, figura che accompagna i dipendenti dell’azienda con informazioni e consigli sulla cura dell’ambiente.
E’ dal punto di vista dei prodotti, però, che l’azienda dei Parisotto dà la dimostrazione di tutto il suo impegno e determinazione per la salvaguardia del Pianeta. Grazie alla continua e aggiornata ricerca, SCARPA riesce a progettare calzature che possano “(ri)vivere a lungo”, cioè che mettono già in conto la possibilità di essere riparate e risuolate, allontanando di molto il momento in cui verranno buttate. In aggiunta, ha dato vita a linee assolutamente innovative: Maestrale Re-Made è lo scarpone da scialpinismo realizzato a partire dagli scarti di produzione accuratamente conservati e catalogati dal 1995, Spirit è la calzatura fatta con cotone e plastica riciclata, mentre Mojito Bio è la scarpa urban certificata biodegradabile al 100%.
Ancora, tante sono le iniziative messe in atto dall’impresa in ottica eco-friendly: come racconta La Repubblica, SCARPA ha recentemente avviato un progetto finanziato dall’Ue – “Life” – per raccogliere in 250 negozi in tutta Europa modelli usati di Mojito, in modo da poterne riutilizzare i materiali per dare vita a nuove paia di scarpe. E si è anche costituita come Società Benefit, al fine di rendere il più possibile limpido e trasparente l’impegno messo nel riconoscere il suo carico di responsabilità sociale. L’acronimo che costituisce il nome dell’impresa assume così tutto un altro significato: S.C.A.R.P.A. sta per Sostenibilità, Cura, Aria, Rispetto, Performance, Autenticità.